5 modi per ridurre l’infiammazione nella Fibromialgia, un aiuto da Yoga ed Ayurveda
Nella Fibromialgia c’è infiammazione? La risposta a questa domanda è sicuramente molto dibattuta in ambito medico. C’è chi dice di si e chi dice di no. Vediamo di fare chiarezza.
Che cos’è l’infiammazione
In termini scientifici l’infiammazione è detta flogosi e presenta 5 segni caratteristici: calor, dolor, rubor, tumor, functio laesa, ovvero calore, dolore, rossore, edema e limitazione funzionale. A livello ematochimico, poi, l’infiammazione può essere rilevata da alcuni parametri detti indici di flogosi. Questi sono VES (velocità di eritrosedimentazione), PCR (proteina C reattiva), viscosità plasmatica, fibrinogeno e ferritina. La flogosi è un meccanismo di difesa che il nostro corpo mette in atto in risposta ad un danno cellulare causato da vari agenti (infettiva, traumatica,…).
Ora, si da il caso che, salvo comorbilità di altra natura, nella Fibromialgia i 5 segni della flogosi siano assenti ed inoltre i valori ematici sopra elencati siano nella norma.
Se ne può facilmente dedurre che nella Fibromialgia non ci sia infiammazione! E allora perché la sensazione che abbiamo è proprio quella di flogosi? E perché i medici, spesso, prescrivono antinfiammatori?
La verità è che, appunto, si tratta di una sensazione. Come ho scritto anche qui, è il sistema nervoso centrale ad essere disfunzionante in caso di Fibromialgia. Ne derivano percezioni e sensazioni alterate, tra cui anche quella di avere una profonda infiammazione, che però non è reale, ma frutto “semplicemente” di un substrato cellulare acido che irrita le nostre terminazioni nervose. per rispondere alla seconda domanda…beh, credo che ancora per molti medici non sia chiaro l’esatto funzionamento di questa patologia, che risulta così invisibile alle indagini diagnostiche. E’ quindi mia personale opinione che molti medici facciano ciò che possono per le loro conoscenze e con gli strumenti a loro disposizione.
[Prova questo pranayama antinfiammatorio]
5 modi per ridurre l’infiammazione (o meglio, la sua percezione)
Reale o meno, una persona affetta da Fibromialgia convive quotidianamente con la sensazione di infiammazione, profonda e diffusa, in tutto il corpo, sebbene magari con alcune parti più colpite ed altre meno. Creare un ambiente cellulare alcalino è fondamentale per andare a ridurre lo stress acido sul nostro sistema nervoso.
Ecco allora 5 modi per ridurre l’infiammazione (o meglio, la sua percezione) derivanti dallo Yoga e dall’Ayurveda:
- Tulsi. Questa pianta, conosciuta anche come basilico indiano o basilico santo, contiene vitamina A, C e K, oltre a sali minerali quali calcio, potassio e magnesio. Inoltre è ricca di principi attivi come oli essenziali e antiossidanti che le donano proprietà adattogene, antistress, antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti, espettoranti, cardiotoniche e digestive. Bevuto sotto forma di tisana, diventa un piacevole rituale quotidiano che aiuta il nostro sistema nervoso a ritrovare equilibrio. Lo puoi trovare come foglie sfuse oppure in pratiche bustine. Il mio preferito è senza dubbio questo. I miei momenti ideali per berlo sono a colazione oppure a metà pomeriggio per una dolce coccola calda oppure prima di andare a letto per conciliare il sonno.
- Acqua calda e limone. Questo antico rimedio ayurvedico è fantastico per portare il metabolismo basale verso una condizione basica. Ogni mattina, appena alzata, riscalda un bicchiere d’acqua (mi raccomando, non deve essere bollente, ma calda al limite del bevibile) e strizzaci dentro il succo di uno spicchio di limone (o più, se di tuo gradimento). Bevi questo elisir di vitalità, ottimo inoltre per stimolare la diuresi e terminare la digestione della cena precedente, aspetta 30 minuti (in cui, personalmente mi dedico alla Meditazione Himalayana) e poi procedi pure con la tua colazione.
- Respirazione. “Il respiro è la porta della vita” si dice nello Yoga. Ed è proprio così. Alcune tecniche di respirazione sono, infatti, in grado di ristabilire velocemente l’alcalinità cellulare. In questo video trovi una pratica di pranayama che ti permetterà, eseguita quotidianamente, di ritrovare e mantenere questa condizione.
- Sale rosa dell’Himalaya. Questo speciale tipo di salgemma, ricco di elettroliti e minerali, è il risultato del prosciugamento dell’oceano primordiale (non inquinato) che ha dato vita alla catena dell’Himalaya. Ha proprietà antinfiammatorie e rilassanti sul sistema nervoso. Può essere usato in cucina oppure (nella versione in chicchi grossi) all’interno di cuscini da riscaldare ed applicare sulla zona dolente. I miei usi preferiti, però, sono come coadiuvante in bagni caldi (una bella vasca salata, a cui aggiungo sempre qualche goccia di olio essenziale, è il mio rito settimanale di benessere) e sotto forma di lampada. Quest’ultima forma permette inoltre di abbattere lo smog elettromagnetico grazie ala produzione di ioni negativi (io ne ho praticamente una in ogni stanza, bagno compreso).
- Alimentazione. Eh si, in fin dei conti siamo ciò che mangiamo, o meglio ancora siamo ciò che digeriamo. Un’alimentazione a ridotto contenuto di zuccheri è ciò che serve per alcalinizzare il nostro sistema. Quindi, fai largo spazio a verdure e cerca di mantenere al minimo il consumo di cereali (soprattutto bianchi e raffinati). La frutta invece può essere benefica, se mangiata in quantità moderata, e per renderla più nutriente accompagnala sempre con dell’olio di cocco e semi vari, ricordandoti di mangiarla almeno 30 minuti prima o 2 ore dopo i pasti.