Dolore: che cos’è e perché ascoltarlo

dolore: il quinto parametro vitale

 

Mi sono laureata nel 2009 in Scienze Infermieristiche presentando una tesi sul dolore. A quel tempo non sapevo ancora di avere la Fibromialgia, ma sapevo che soffrivo quotidianamente di dolori diffusi, migranti ed apparentemente inspiegabili. La mia “diagnosi ufficiale”, infatti, è giunta solo 3 anni fa, ma la mia esperienza con il dolore andava avanti ormai da decenni.

Che cos’è il dolore

Nel 1979 l’International Association for the Study of Pain ha definito il DOLORE come “un’esperienza fisica e psichica spiacevole, dovuta a danno reale o potenziale dei tessuti o descritta in termini di tale danno”. Ne deriva che il dolore è un’esperienza altamente soggettiva e complessa.
Nel 1995 l’American Pain Society conia per il dolore la definizione di “quinto parametro vitale” (insieme a temperatura corporea, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e pressione arteriosa).

Di fatto il dolore è un potente meccanismo di difesa che il corpo mette in atto per comunicarci che qualcosa non va bene.
Il dolore va senza dubbio trattato, ma più di ogni altra cosa va compreso il suo linguaggio. Prendere un antidolorifico senza sapere che cosa ci sta dicendo equivale a silenziare il televisore acceso.

Nel caso del dolore cronico, tipico della Fibromialgia, questo è ancora più vero. Un dolore si cronicizza quando non viene ascoltato e quando di conseguenza non mettiamo in atto quei comportamenti necessari a risolvere davvero il problema.
Il dolore cronico ci dice che qualcosa nella nostra vita non va e a noi spetta decifrare il suo linguaggio, capire cosa non funziona e muoverci di conseguenza. È forse il lavoro che non è più adatto a noi? O forse non ci riconosciamo più in una relazione? O magari la nostra alimentazione è fuori controllo? O i ritmi della nostra quotidianità non sono più sostenibili?

Prova questa pratica dedicata al dolore acuto

Ascoltare il proprio dolore

Da anni il mio corpo urlava il suo messaggio, ma io lo ignoravo volutamente perché era più facile restare in quella confort zone piuttosto che uscirne e stravolgere la mia vita. Continuavo a silenziare il mio dolore con la terapia di turno senza comprendere che stavo solo peggiorando la situazione.
Quando mi sono data il permesso di ascoltarmi ed agire di conseguenza, ho iniziato poco alla volta a stare bene.

Non è sempre facile mettersi in ascolto del complicato linguaggio del nostro corpo e non esiste un dizionario in grado di fare il lavoro al posto nostro. Tuttavia ogni dolore porta con sé un messaggio e noi abbiamo 2 strade percorribili: possiamo scegliere di zittirlo con la terapia  sintomatica, ignorando la sua richiesta di attenzione, oppure possiamo scegliere di lasciarlo parlare ancora un po’, lasciarlo urlare e vomitarci addosso tutta la sua rabbia per il nostro menefreghismo e zittirlo poi con una terapia causale. La prima scelta porterà inevitabilmente il dolore a ripresentarsi, fosse dopo 1h oppure dopo 1 anno; la seconda permette, invece, di guarire poco a poco tutte le ferite che ci portiamo dietro, rendendoci di nuovo padrone della nostra vita.  Correre all’armadietto dei medicinali appena senti un dolore ti farà solo sopravvivere col paraocchi! Il mio consiglio? Quando avverti un dolore, fermati un attimo, respira, ascoltati e solo dopo metti in atto l’azione necessaria (assumere un farmaco e/o modificare la tua vita).

So che stai pensando che non sempre è possibile cambiare le situazioni ed è verissimo. Tuttavia ti svelo un segreto: non è necessario rivoluzionare in toto la tua vita dalla sera alla mattina! A volte bastano piccoli accorgimenti (tipo chiedere un part time a lavoro, piuttosto che farsi aiutare nelle attività domestiche da parenti, amici o collaboratori esterni, piuttosto che dedicarsi 1h a settimana di una qualche attività anche gratuita che ci faccia stare davvero bene, ecc) per far sentire il nostro corpo e la nostra mente più ascoltati, accolti e rispettati.

Per me, il primo passo verso la comprensione del suo linguaggio è stato aver appreso la tecnica della Meditazione Himalayana, come puoi vedere dai benefici di questa meditazione elencati qui.

Trovi poi una pratica di FibroYoga® dedicata proprio al dolore all’interno del corso “Vivere bene con la fibromialgia”.

Allora, che cosa farai oggi per iniziare ad ascoltare il tuo dolore?